Premesse per il commercio al dettaglio che nei prossimi giorni riaprirà i battenti.
L’abbiamo implorata, gridata a gran voce, desiderata come il pezzo di cioccolato dopo cena. Le abbiamo attribuito il significato della salvezza, del respiro, della libertà. Oggi, 4 maggio è il giorno della ripartenza.
Come per molti, anche per me il lock down ha significato trasferire l’ufficio in casa. Ben presto è diventato imminente la necessità, per molto tempo rinviata, di acquistare una stampante. Nella scelta del rivenditore l’etica ha prevalso sul riparmio. Ho quindi deciso di attendere la riapertura del negozio locale, rinunciando alla varietà di scelta del negozio online e decidendo che il piccolo sovrapprezzo che avrei pagato, sarebbe per me stato un compromesso accettabile per aiutare l’economia locale. La mia esperienza di acquisto è stata deludente: il commesso non conosceva le specifiche delle stampanti esposte e una volta fatta la scelta, mi ha consegnato il cartone con il prodotto errato, cosa della quale mi sono resa conto una volta arrivata a casa. Ho dovuto quindi ritornare al negozio, attendere nuovamente il mio turno per poter cambiare l’articolo.
Voglio partire da questo esempio, per porre l’attenzione su alcuni fondamentali aspetti che non devono essere trascurati dalle realtà economiche locali in questo delicato momento di riapertura.
Aspettative
Numerosi sono gli appelli comparsi sui social nelle settimane trascorse che invitavano i consumatori a non cedere allo shopping compulsivo online a favore dell’acquisto nel negozio reale, una volta riaperte le serrande.
Questo tipo di comunicazione crea inevitabilmente delle aspettative nel consumatore sensibile alla tematica: soddisfare la sua esigenza di tipo sociale (ovvero mantenere vivo il centro città e sostenere l’economia locale) accettando peraltro il compromesso del fattore economico e soddisfare il suo bisogno funzionale (ovvero ricevere un servizio migliore, rispetto al canale online, in relazione al prodotto acquistato).
Attenzione al target
Non a caso nel titolo ho diviso la parola RI-partenza. Di fatto non ci troviamo a riprendere da dove avevamo lasciato. Questa fase 2 è una nuova partenza che richiede di porsi alcune delle domande tipiche all’avvio di un’attività. Chi sono i nostri clienti? Sono gli stessi di 2 mesi fa? Come è cambiata la composizione del nostro del nostro target e di conseguenza, come sono cambiate le abitudini di acquisto?
È necessario riflettere sull’identità del nostro potenziale cliente e ricercare quali siano i suoi bisogni. Specialmente nelle località turistiche, questo è un punto di importanza vitale. È evidente che per alcuni mesi il bacino d’utenza sarà quello locale.
Il compito della vendita al dettaglio
Il compito della distribuzione al dettaglio è carpire le nuove necessità del cittadino ed offrirgli un servizio utile. È necessario fare uno sforzo per immedesimarsi nei panni del cliente e per fare ciò, bisogna liberarsi in parte dalle vecchie abitudini consolidatesi nel tempo. Elenchiamo di seguito alcuni punti che andranno obbligatoriamente considerati:
Esserci quando il cliente ha tempo
Le misure restrittive hanno fatto ricadere molte attività sulla famiglia: come accudire i figli per tutto il giorno o curarsi di famigliari non autosufficienti e hanno reso operazioni banali come la spesa o il viaggio in discarica dei viaggi interminabili. Cerchiamo quindi di rendere l’esperienza di scelta e di acquisto semplice e rapida.
Proporre orari di consulenza privata in un momento in cui ogni operazione della giornata ha tempi imprevedibili, potrebbe essere poco utile. Impegnarsi a rispettare un orario per fare shopping potrebbe diventare una fonte di stress per il nostro avventore.
È da auspicare piuttosto una maggiore flessibilità negli orari di apertura, cosa che avvantaggerebbe molto i piccoli commercianti, i quali per natura sono più flessibili delle grandi catene di distribuzione.
Far risparmiare tempo al cliente
Si nota di fatto già come i piccoli negozi di alimentari stiano vivendo un incremento delle vendite. Secondo Nomisma, sono stati riscoperti in questo periodo dagli italiani dopo una lunghissima fase di abbandono: nelle tre settimane a cavallo tra marzo e aprile, la quota di utenti è passata dal 40 al 54% contro una contrazione degli utenti dei supermercati, scesi dal 67 al 48%.
Questo è in parte riconducibile al fatto che i supermercati presentano lunghe code all’ingresso ed il consumatore preferisce rivolgersi al piccolo negozio di quartiere per gli acquisti giornalieri. Il fenomeno delle code tenderà ad aumentare con la ripresa del lavoro e vedrà importanti picchi nelle ore serali e nei fine settimana.
Offrire beni di prima necessità, piccoli utensili, cartoleria ecc. può diventare in un momento come questo una scelta vincente!
L’eccellenza nel servizio e nella consulenza
Un buon servizio al cliente è quello che maggiormente può distinguere il negozio fisico da quello online e dalle grandi catene. Questa regola d’oro è sempre vera. Oggi più che mai deve essere il requisito irrinunciabile di ogni piccola attività di commercio, artigianato o ristorazione.
Il cliente locale insoddisfatto non concede una seconda possibilità. Non ne ha bisogno, può trovare la maggior parte dei prodotti su altri canali.
È compito delle realtà locali fornire una consulenza dedicata, competente, personale ed offrire un servizio clienti efficiente e funzionale. Bisogna tenere presente che un servizio “ad personam” è ciò che la grande distribuzione non può sviluppare. Si ripensino le politiche di reso, si rendano la restituzione e la sostituzione degli articoli semplice e veloce.
Da non sottovalutare il trend del riuso, in crescita, che strizza l’occhio in particolare ai piccoli artigiani.
Garantire l’igiene
Proprio oggi, dal panettiere la commessa ha inserito nel sacchetto del pane fresco, la ricotta confezionata che avevo prelevato dal frigo. Errori del genere vi potrebbero costare cari.
L’importanza dell’igiene in questa fase è innegabile. Sarà fondamentale garantirla in modo pratico ed efficiente. Il cliente apprezza la sicurezza. Di seguito alcune indicazioni:
- Se avete previsto dei comportamenti particolari che aiutino a preservare l’igiene nel vostro esercizio, informate cortesemente il cliente al suo ingresso.
- Prestate molta attenzione al check out, momento in cui il cliente vi osserva scrupolosamente e nel quale avviene lo scambio di oggetti (prodotti, soldi, carte). Evitate di toccarvi il viso e di manipolare denaro senza disinfettarvi le mani.
- Date informazioni in modo cortese: è giusto richiamare, gentilmente, il cliente che non stia rispettando le norme igieniche di base. Non dimenticate di formare il vostro personale! In queste situazioni sensibilità e gentilezza devono avere la priorità.
Curare esposizione ed assortimento
Con i primi via libera, i centri storici sono affollati di cittadini che non solo non si possono muovere al di fuori del comune, ma sono affamati di novità. Curiosi. Bisognosi di svago. È essenziale in questa fase curare maggiormente le vetrine, cercando di attirare l’attenzione del passante che di fatto non è distratto dal raggiungimento di una meta e quindi più incline a fermarsi ad osservare.
Fermarsi a pensare se sia il caso di razionalizzare l’assortimento, senza perdere il proprio posizionamento e la propria identità è importante in questa fase. Non è necessario che tutti vendano il gel disinfettante, si cerchi piuttosto, ove possibile, di modificare l’assortimento in base a come è cambiato o cambierà il pubblico dei nostri avventori.
Locale non è il contrario di digitale
Il COVID 19 ha dato inizio alla rivoluzione industriale digitale. Anche i più restii tra i vostri clienti avranno probabilmente fatto il grande salto. Imperativo: stare al passo con i tempi!
Potrebbe essere interessante l’integrazione della consulenza online con il ritiro nel negozio fisico. Questo tipo di attività non necessita di una piattaforma di e-commerce, ma può essere fatta semplicemente via e-mail. In questo modo si garantisce la consulenza personalizzata nei tempi e nei modi scelti dall’utente, il quale potrà consultare la vostra offerta comodamente dopo cena sul divano.
Altra possibilità, sempre se non si desidera intraprendere il commercio online è l’affiliazione a gruppi di distribuzione locale che dispongono di piattaforme online, in grado di distribuire i vostri prodotti in cambio di una commissione.
Attenzione a cosa e come comunichiamo
Il cambiamento deve essere comunicato, è fondamentale far sapere all’interlocutore quali siano le novità rispetto a prima della fase 1: Cosa offriamo che prima non c’era?
Attenzione però a rimanere sempre fedeli alla propria identità: è essenziale mantenere uno stile di comunicazione coerente con il proprio brand.
Conclusione
Questa fase 2 è una grandissima opportunità per le realtà economiche cittadine, che di fatto si trovavano, già prima del lock down, in uno stato di profonda crisi di indentità. (vedi il mio articolo Le piccole attività commerciali temono le ripercussioni di Covid19).
La reclusione della popolazione entro i confini locali deve essere sfruttata al meglio dalle piccole aziende del retail, che possiedono grande flessibilità e spirito di intraprendenza. E’ di vitale importanza non incappare in errori grossolani, dettati dalla troppa fretta di ripartire. Fermarsi e chiedersi come vogliamo PARTIRE è in questa fase fondamentale in un nuovo inizio.
Le 4 domande che le realtà locali del retail dovrebbe porsi prima di (Ri)alzare la saracinesca.
Mi sono preparato alla riapertura cercando di capire come adattare il mio modello di vendita alla nuova realtà?
Cerco di individuare costantemente le esigenze dei miei clienti? In quale modo posso essere loro utile?
Ho pensato a come formare ed informare i miei collaboratori?
Ho individuato le modalità ed i messaggi della comunicazione destinata ai miei potenziali clienti?
Fonti:





